Inps e cassa integrazione, proviamo a evitare un altro disastro?

scritto da il 03 Aprile 2020

Gli autori del post sono Stefano Capaccioli, dottore commercialista, fondatore di Coinlex, società di consulenza e network di professionisti sulle criptovalute e soluzioni blockchain, nonché presidente di Assob.it  e Beatrice Pucci, consulente del lavoro, partner dello Studio Associato Capaccioli Pucci Guiducci.

Il CoViD19 ha portato al blocco del paese. Blocco totale eccetto alcune attività essenziali, con milioni di lavoratori, pubblici e privati sospesi dal lavoro o a servizio ridotto. Il decreto #CuraItalia introduce una nuova Cassa Integrazione, generalizzata e diffusa, per nove settimane, pari all’80% della retribuzione per tutti i lavoratori dipendenti sospesi dal servizio.

Basta un click.

Ministro del Lavoro e presidente del Consiglio hanno illustrato le misure. In Italia, purtroppo, tra il dire ed il fare c’è di mezzo il mare.

Il mare nostrum delle pastoie burocratiche, dei riti sindacali, degli enti nati con scopi nobili e ridotti a passacarte reclamanti la loro funzione, dell’art. 117 della Costituzione e quindi della Legislazione delle venti regioni, di cui cinque pure a statuto speciale.

La norma ha rimandato in maniera automatica alle procedure esistenti delle Casse Integrazioni, forse ignorando che le norme presenti fossero stratificazioni di rattoppi normativi fatti nel tempo, congiuntamente alle delibere regionali e alle delibere degli enti Bilaterali Regionali.

In parole povere, un tornado di regole e procedure stratificate ed inutili per gestire questa nuova emergenza.

Questa Cassa Integrazione, rispetto alle altre, ha una caratteristica particolare: non nasce per volontà del datore di lavoro, non dipende da esigenze imprenditoriali o del mercato, dipende da un evento esterno imprevisto ed imprevedibile.

Trovandosi a dover compilare montagne di carta, in moduli diversi per categorie e regioni, sovviene una domanda: cui prodest?

O meglio, dovendo gestire la mancanza di lavoro causato da una catastrofe sanitaria, a cosa servono le varie procedure che affondano le loro ragioni in altri contesti, compresa la consultazione delle Organizzazioni Sindacali ed il Verbale di accordo sindacale?

La soluzione è nel messaggio n°011903 del 25 maggio 2009 dell’INPS in cui è stato reso operativo un sistema di invio telematico mensile (entro la fine del mese successivo a quello di riferimento) di dati dei lavoratori dipendenti (UNIEMENS).

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È quindi da tempo che l’INPS riceve mensilmente informazioni molto dettagliate da parte dei professionisti incaricati dai datori di lavoro, come emerge dal documento tecnico (239 pagine) e dell’allegato tecnico (496 pagine), tra cui:

1- Dati completi dell’azienda.

2- Dati completi del dipendente e del suo rapporto di lavoro.

3- Presenze mensili, con dettaglio orario, con i codici giustificativi in caso si assenza (malattia, maternità, infortunio, CIG, etc.).

In breve, tutti i dati necessari per erogare la Cassa Integrazione, anzi, ad essere pignoli, molti più dati di quelli necessari.

Attraverso il modello UNIEMENS l’INPS ha immediatamente tutti i dati necessari per quantificare l’importo della Cassa Integrazione: i consulenti sarebbero ben felici di trasmetterli con qualche giorno di anticipo evitando la moltiplicazione degli adempimenti attualmente prevista.

Un uovo di Colombo.

L’alternativa appare complicata e, presumibilmente, porterà più problemi che soluzioni dato che:

1- Il sito INPS non è pronto, nonostante le somme spese in questi anni, per gestire le operazioni di Cassa Integrazione le cui procedure sono dispersive e confluiscono da sottoprogrammi diversi.

2- Alcune Regioni devono ancora pubblicare le delibere ovvero aggiornare quelle esistenti.

3- Non tutti i software regionali e degli Enti Bilaterali prevedono questa sopravvenuta circostanza e quindi devono essere adeguati.

4- I siti regionali e degli Enti Bilaterali presumibilmente non sono strutturati per ricevere tale mole di informazioni e numero di accessi.

L’assenza della “ritualità” sindacale può comportare, in alcuni casi, dei blocchi nel software regionale e degli Enti Bilaterali, visto che la struttura di quelli esistenti e riadattati lo prevedono come dato necessario.

È di tutta evidenza che alla fine del mese di aprile i dati per le Casse Integrazioni non saranno disponibili (mentre i dati UNIEMENS saranno invece già a disposizione dell’INPS) e resterà mera teoria anche l’accordo effettuato con le banche che, come è notorio, non sono istituti di beneficenza.

Queste ultime richiederanno nuovamente i documenti di cui sopra ai dipendenti e al datore di lavoro, in una produzione di carta, mail, dati infinita, con ovvia e ulteriore perdita di tempo.

L’unica soluzione percorribile è quindi quella di estrarre i dati dall’UNIEMENS, (operazione informatica che appare alquanto semplice) evitando inutili duplicazioni di procedure parcellizzate per regioni ed enti, eliminando tutte le procedure sindacali (la cui utilità in questo caso sfugge) e scongiurando la catastrofe economico finanziaria in avvicinamento.

Il collasso economico e la sommossa popolare sono dietro l’angolo, dato che tali somme interessano una vasta parte della popolazione, da quasi un mese ristretta nelle proprie abitazioni, con preoccupazione crescente per il conto corrente che inizia a languire e il plafond della carta di credito pericolosamente vicino al massimo.

Twitter @s_capaccioli