Welfare territoriale, per aziende e città più sostenibili, efficienti e inclusive

scritto da il 11 Gennaio 2023

Post di Paolo Brambilla, Consigliere dell’Ordine dei Giornalisti di Lombardia –

Il work life balance è uno dei temi più dibattuti degli ultimi anni. Con l’evoluzione del mercato del lavoro e delle sue modalità di esecuzione, assicurare ai dipendenti e ai loro familiari un buon equilibrio tra vita privata e lavoro è sempre più importante per contribuire, da un lato, al benessere delle persone e, dall’altro, per rimanere competitivi sul mercato e trattenere i migliori talenti. La recente emergenza pandemica ha, infatti, amplificato il ruolo del welfare come leva di sviluppo territoriale e di creazione di ecosistemi locali in cui imprese, associazioni e istituzioni possano agire in modo sinergico. L’obiettivo è creare condizioni infrastrutturali su misura per il cittadino e le sue esigenze.

Attività di welfare più elevati al Nord

Se si guarda ai dati di settore, emerge come le regioni del Nord Italia presentino, sotto questi aspetti, livelli di attività più elevati rispetto a quelle del Centro e del Sud: in particolare Liguria, Trentino-Alto Adige, Veneto ed Emilia Romagna. Scendendo verso l’Italia centrale e meridionale i livelli di attività tendono a diminuire anche se in misura non eclatante in Lazio e Campania e con valori invece più bassi della media nelle regioni adriatiche e nelle isole. In alcuni degli ambiti di welfare più tradizionali, come quelli della previdenza integrativa, della sanità integrativa e delle polizze assicurative, le differenze tra le regioni del Nord e del Sud Italia, a vantaggio delle prime, si confermano rilevanti.

Al Sud più inclusione e iniziative di welfare allargate 

Al contrario le imprese meridionali si distinguono nell’inclusione sociale e sostegno ai soggetti deboli e nelle iniziative di welfare allargate alla comunità esterna, ambiti nei quali superano spesso la media nazionale e le singole regioni del Centro e del Nord. Il gap di conoscenza delle norme e degli incentivi fiscali, che costituisce una delle principali barriere allo sviluppo del welfare aziendale, è trasversale ai territori, pur con alcune differenze significative. Se è vero che molto è stato fatto in questi anni e che il Welfare aziendale si è ampiamente diffuso, è altrettanto vero che le imprese più piccole sono quelle che hanno maggiori difficoltà conoscitive e organizzative sul tema del Welfare, per mancanza di risorse, tempo ed energie.

Incrementare i benefici legati allo sviluppo del welfare aziendale

Ed è proprio in questo scenario che nasce l’opportunità di usare un sistema di rete locale per far fronte a queste difficoltà comuni a molti territori italiani. La sfida di oggi, quindi, è consolidare ed incrementare i benefici legati allo sviluppo del welfare aziendale per imprese, lavoratori e istituzioni pubbliche cercando di “uscire” dai perimetri delle imprese per generare impatti positivi anche a livello territoriale.

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(ibreakstock – stock.adobe.com)

Welfare territoriale: l’esempio SloWelfare

Tra i più recenti modelli di welfare territoriali c’è anche SloWelfare, Benessere organizzativo a Km0, accordo di partenariato e iniziativa finanziata da Regione Lombardia (Interventi di Conciliazione e Welfare Aziendale” – D.G.R. 5755/2021), che vede fra i partner il Comune di Vimercate (MB) e come capofila SloWorking, coworking e Associazione culturale – nata sul territorio nel dicembre 2014 – che promuove azioni concrete a favore dell’armonizzazione vita-lavoro. SloWelfare nasce proprio dalla volontà di tradurre i concetti di welfare aziendale e conciliazione vita-lavoro in servizi, proposte e opportunità accessibili a titolari, lavoratori e famiglie di micro e piccole imprese che, abitualmente, non possono usufruirne o ne ignorano l’esistenza, perché accessibili quasi esclusivamente a multinazionali e grandi imprese.

Essere fruitori ed erogatori di servizi

Il progetto vede già 20 realtà che hanno aderito in qualità di Partner. Tra queste ci sono piccole organizzazioni imprenditoriali del mondo dell’innovazione digitale, della consulenza e della comunicazione, negozi di quartiere e realtà commerciali territoriali ed enti istituzionali, della cultura, dell’associazionismo e dei servizi alla persona. I titolari di queste realtà, i dipendenti e i loro familiari saranno al tempo stesso fruitori ed erogatori di numerosi servizi gratuiti o resi disponibili a un prezzo molto agevolato.

Tra questi ci sono – ad esempio – voucher per asili nido, centri estivi e spazi gioco, momenti di confronto fra generazioni diverse, percorsi individuali e di gruppo per genitori e genitori e figli, formazione e coaching con interventi mirati allo sviluppo del capitale umano aziendale e gestione dello stress, la possibilità di usufruire di un maggiordomo di quartiere, coworking e di convenzioni con i commercianti del territorio.

Welfare del territorio, i vantaggi per le imprese e le amministrazioni

L’apertura del welfare aziendale al territorio può determinare vantaggi di tipo economico per le imprese e amministrazioni che, in un’ottica di risparmio e utilizzo appropriato delle risorse a disposizione, possono coinvolgere risorse e servizi già presenti a livello locale così come soggetti pubblici e privati per rispondere al meglio alle esigenze dei cittadini.